Il fatto che da diversi anni ci sia anche una giornata mondiale dedicata alla gentilezza, il 13 novembre, ci spiega l’emergere dell’importanza e dell’aumentata sensibilità verso questo valore umano. Molte persone ritengono che la gentilezza sia un comportamento utile, adatto e accettabile soltanto nelle relazioni personali familiari, nei rapporti affettivi tra persone escludendo l’ambiente di lavoro da questo stile comunicativo, si sbagliano. Una modalità di gestione delle relazioni umane che contempli ed esprima la gentilezza è molto utile anche per chi ricopre ruoli apicali in azienda. Adottare modalità comunicative e di sincero ascolto nei rapporti professionali non è affatto un segno di debolezza o una fragilità anzi, dimostra, al contrario, una adeguata intelligenza emotiva e una capacità relazionale equilibrata e solida che sa mitigare potenziali conflitti e si rivolge verso l’altro con consapevolezza e reale disponibilità a tenere conto anche dei bisogni altrui. Il nostro interlocutore avrà così la possibilità di considerarsi e percepirsi “io con te”, sentendo come ben presente la qualità della relazione che si è instaurata e divenendo così, più propositivo, più disponibile, più collaborativo. La difesa estrema del proprio ruolo di leader a tutti i livelli invece dimostra disagio, insicurezza e alla lunga può indebolire proprio quella forma di “influenza” esercitata più con un potere di posizione (gerarchico) che con un vero e proprio potere personale. In tempi dove ci si sfoga per qualsiasi cosa, dove frenesia e confusione sembrano a volte regnare sovrani, esprimersi con gentilezza e un sano approccio di “essere al servizio” di qualcuno può diventare anche nel mondo del lavoro una chiave importante per regolare i rapporti e favorire l’emergere di comportamenti di ascolto, rispetto, disponibilità, comprensione, confronto, condivisione, tutti utili per migliorare la qualità personale e organizzativa in termini di efficacia ed efficienza.
Alcuni studi stanno dimostrando come nei contesti lavorativi dove si tiene conto di questo tipo di comportamenti, di cui la gentilezza diviene sensibilità e capacità condivisa, ci siano maggiore produttività e maggiore partecipazione e coesione di gruppo. Mettendo in evidenza questo valore della gentilezza, anche l’atto di richiamare una persona sul posto di lavoro per una mancanza, un comportamento non adeguato, o una non conformità diventa un’opportunità per aumentare la sua consapevolezza sui motivi delle sue azioni valutate dal suo leader di riferimento come “non adatte”, aprendo ad un confronto costruttivo che favorisca la consapevolezza e l’ideazione dei correttivi necessari o del cambiamento di atteggiamento che ci si aspetta dal collaboratore. Il lavoro senza dubbio vive spesso immerso nelle frustrazioni, ha le sue difficoltà, ha le sue criticità, come del resto accade in ogni contesto di vita sociale e personale, come tutti ben sappiamo, ma proprio per questi motivi diviene conveniente saper scegliere individualmente e collettivamente di seguire la strada della pro-positività, del saper anche essere gentili nelle nostre modalità comunicative e relazionali, abbandonando supponenza, arroganza, ira e aggressività; i vantaggi saranno evidenti, rapidi, a volte persino spiazzanti e soprattutto umanamente convenienti per tutte le persone coinvolte nella dinamica comunicativa.
Scusami … grazie … prego … mi farebbe piacere parlarti di … vorrei confrontarmi con te su … hai avuto modo di valutare che il tuo comportamento … mi fa piacere che tu mi esprima questo, perché … dimmi pure, ti ascolto con interesse … immagino che tu non lo abbia fatto di proposito, ma ora prova a rifletterci su … prova a pensare se accadesse a te … è stata una bella opportunità il parlarci per comprenderci … avrei il desiderio di esprimerti una cosa importante … etc. queste possono sembrare, se prese banalmente, delle semplici parole o frasi di circostanza ma in realtà se accompagnate dalla giusta congruenza comunicativa, linguaggio del corpo e tono di voce possono essere delle chiavi di gestione relazionale vincenti di grande forza, sensibilità ed efficacia.
La gentilezza impatta anche sulla nostra salute e sul nostro cervello molto positivamente, come molti studi stanno dimostrando, non è dunque soltanto una questione di stile o senso civico, inoltre a tutto vantaggio della nostra autorevolezza come persone, genitori, educatori, formatori, imprenditori, manager, leader.